Ecco dove era parcheggiata la Rolls Royce
io gli avevo attribuito un sesto posto quindi devo dire che mi trovo estremamente soddisfatta del suo piazzamento.
A differenza delle precedenti sono contenta che si trovi in questa posizione non per una questione di "c'è di peggio" ma perché credo proprio che questo settimo posto se lo sia guadagnato, considerato poi gli avversari con cui si trova a fronteggiarsi è giusto che la sua corsa si interrompa qui.
Achille Lauro e Boss Doms per quanto mi riguarda avevano tutti i presupposti per finire nella mia personale zona rossa, e invece sono stati la miglior sorpresa di questo festival. (Parlo di 'miglior' sorpresa perché per altri che hanno fatto ottime esibizioni invece si è trattato di ottime conferme).
Se si vanno a ricercare miei vecchi post sulla loro partecipazione a Pechino Express e anche post di Sanremo in cui si annunciava la loro partecipazione, ci si può rendere conto di quanto io sia stata poco clemente nei loro confronti.
Se ad inizio febbraio fosse arrivato da me il Fantasma del Sanremo futuro e mi avesse detto
"tu ascolterai la canzone di Achille Lauro e ti piacerà" io gli avrei risposto come Massimo Troisi nell'Annunciazione "Gabrie' tu si scem"
E invece ... surprise
Ora, non posso dire di essere diventata una fan sfegatata di Achille Lauro, ma questa partecipazione, pur presentando dei difetti, nel complesso è stata più che positiva.
La parte più debole della canzone trovo che sia il testo, ci sono degli spunti interessanti e delle trovate simpatiche però mi manca un po' una linea narrativa.
Appare un po' come un esercizio di stile fine a se stesso, della serie ti dimostro che so fare degli incastri originali, tipo
no, non è amore è un sexy shop/un sexy shop sì sì, è un Van Gogh (e tralasciamo il fatto che ci ho messo un mese per capire che sexy shop e (museo di) Van Gogh sono accomunati dalla città di Amsterdam) però ogni tanto in questi virtuosismi perdo il senso del testo.
La parte musicale mi piace, io sono sempre favorevole quando si tratta di avere i ritmi serrati de rap su tappeti musicali più rock. Oltretutto il suo rock appare molto meno plasticoso e molto più disturbante di quello della Berté.
Trovo che Lauro sia stato molto intelligente nel presentarsi con una veste pressoché inedita trasformando le sue carenze in un punto di forza. La parte musicale infatti si presta bene alla confusione generata dal testo ermetico in cui si susseguono immagini veloci, e le sbavature vocali passano in secondo piano perché la cosa più importante è capire cosa caspita stia succedendo
Inoltre trovo che queste poche e brevi immagini riescano ad essere più significative di testi intrisi di parole e di spiegoni: un inno all'estetica, al lusso sfrenato, alla superficialità che poi culmina in una preghiera, una finale richiesta di redenzione. That's all (e ve pare poco?)
Il prossimo potrebbe essere uno tra Motta e Arisa