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Coppa Italia 2015/2016, Calendario completo, Commenti, News

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FenicioBrillo
CAT_IMG Posted on 21/1/2016, 22:41     +1   -1




C. Italia, le date delle semifinali di andata: il 26 il Milan, il 27 Inter-Juve
Sono state definite le date delle semifinali di andata di Coppa Italia: il 26 gennaio Alessandria-Milan, il 27 gennaio Inter-Juventus.



Con la vittoria ottenuta dalla Juventus sul campo della Lazio si è completato il quadro delle semifinali di Coppa Italia edizione 2015-2016. I bianconeri se la vedranno contro l'Inter, mentre la sorprendente Alessandria se la dovrà vedere contro il Milan di Mihajlovic.

Nella giornata odierna la Lega Calcio ha anche reso note le date ufficiali delle gare di andata. Si partirà martedì 26 gennaio alle ore 21.00 allo stadio Olimpico di Torino (lo ha richiesto la stessa Alessandria) con la squadra di Gregucci contro il Diavolo. La gara di ritorno dovrebbe giocarsi a San Siro il 1 marzo.

Mercoledì 27 gennaio alle 20.45 a San Siro sarà invece la volta dell'Inter contro i campioni d'Italia della Vecchia Signora. La gara di ritorno dovrebbe invece disputarsi il 2 o 3 marzo allo Juventus Stadium.

Fonte: Goal.com



Pazzesca la favola dell'Alessandria, squadra di Lega Pro, che giocherà le semifinali contro il Milan. Peccato solo che non possa giocare al Moccagatta, il proprio stadio.
Se l'arbitro avesse concesso il netto rigore al Crotone per fallo di Zapata su Budimir, magari in semifinale ora ci sarebbe Crotone-Alessandria con una delle 2 che parteciperebbe sicuramente alla finale e, in caso di vittoria, avrebbe avuto diritto di partecipare alla prossima Europa League :lol:
 
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FenicioBrillo
CAT_IMG Posted on 28/1/2016, 23:01     +1   -1




Milan-Juve sembrerebbe essere la finale di Coppa Italia.
Ho scritto sembrerebbe non tanto per la Juve quanto per il Milan, che non escludo possa uscire al ritorno anche con l'Alessandria <_<




Alessandria-Milan 0-1: Balotelli gol su rigore, finale di Coppa Italia più vicina
I rossoneri giocano una brutta partita a Torino, ma la spuntano grazie a un penalty trasformato da Mario. Honda e Niang divorano il bis



Morero, Bocalon e i loro compagni un giorno racconteranno ai nipotini che la loro Alessandria, squadra di Lega Pro, arrivò in semifinale di Coppa Italia portando ventimila tifosi allo stadio di Torino. In attesa della gara di ritorno (martedì 1 marzo a San Siro), alla loro bella favola mancheranno due elementi: il risultato positivo e l'onore di aver affrontato un grande avversario. Il Milan, che vince 1-0 all'Olimpico grazie a un rigore di Balotelli, è tutt'altro che grande: la vittoria è il minimo che potesse aspettarsi Mihajlovic anche se in campo c'erano quasi solo riserve. Per il resto, in vista del derby con l'Inter, è quasi tutto da dimenticare.

LIMITI — I tifosi arrivati da Alessandria ci pensano da soli a riscaldare un'atmosfera altrimenti gelida: la loro squadra fa quel che può, tiene bene il campo, in modo ordinato, e quando ne ha la forza azzarda un pressing che serve a tenere distante il Milan dall'area avversaria, ma nel primo tempo arriva al tiro una sola volta su azione. Le due categorie di differenza, obiettivamente, non si vedono: per un problema di atteggiamento dei rossoneri, tutt'altro che indiavolati, e per gli uomini che sono in campo. Luiz Adriano ha dimenticato in Cina la sua generosità e resta spesso immobile davanti: Balotelli sbaglia molto, quasi tutto, ma almeno entra in tutte le (pochissime) azioni pericolose del Milan, compresa quella del rigore.

PROBLEMI — A centrocampo José Mauri non fa nulla per nascondere perché finora non ha mai giocato neppure un minuto in campionato, perdendo anche due palloni banali; non ha la dinamicità (né tante altre cose) di Gattuso, cui è stato paragonato all'arrivo in rossonero, né sicuramente i piedi del regista e Miha lo sostituisce per disperazione al 63'. Poli, già a disagio nel 4-4-2, lo è ancor di più se schierato accanto a un mediano; Boateng, già lontano dalla miglior condizione, a sinistra si rivela inutile, tanto che a volte si scambia la posizione con Balotelli pur di entrare in partita (senza riuscirci). Le cose migliori le producono De Sciglio e Honda a destra, ma Mario, sui loro suggerimenti, prima regala un "liscio" degno di Mai Dire Gol, poi si divora un'occasione colossale provando il pallonetto solo davanti al portiere, ma calciando a lato. Si fa perdonare, almeno in parte, trasformando il rigore dell'1-0 causato da un ingenuo fallo di Morero su Antonelli al 43'.

SPAVENTO — Il secondo tempo si apre con un altro errore colossale: Honda, liberato da Balotelli, calcia con sufficienza addosso a Sabato con la porta quasi spalancata. Niang, subentrato a Mario, lo imiterà nel finale colpendo il palo come a Barcellona, quasi tre anni fa. È il pericoloso segnale di un Milan deconcentrato che, infatti, quando entra l'eroe di coppa Bocalon, comincia persino a tremare. L'attaccante scuola Inter, cui era riuscito il colpaccio con Genoa e Spezia, prova a farsi beffe anche del Diavolo, ma stavolta non trova la porta. Ma il punto non è che Abbiati è rimasto imbattuto. Il punto è che il Milan ha abbassato il baricentro e concesso l'iniziativa a un avversario che pure non aveva Rivera, ma solo il nipote di Boniperti.



Juventus-Inter 3-0: Morata fa 2 gol, Allegri prenota la finale di Coppa Italia

La doppietta dello spagnolo, che non segnava dal 4 ottobre, e la rete di Dybala avvicinano i bianconeri alla qualificazione. Espulso Murillo sul 2-0, nerazzurri quasi mai pericolosi e con un piede fuori



Alla Juve, che straripava salute già prima del fischio d’inizio, mancava solo Alvaro Morata. Il modello di punta della collezione bianconera della primavera 2015. Belloccio com’è, la metafora modaiola regge. E lo spagnolo sfila come nemmeno Gisele saprebbe fare: è lui che indirizza il 3-0 su un'Inter che dà seguito alle ultime preoccupanti prove, uscendo sconfitta senza nessuna attenuante dallo Stadium. Nello specchio della porta solo un tiro di Melo e un colpo di testa di Murillo: una produzione offensiva quasi insignificante. E una fase difensiva, pezzo forte della casa, traballante più di un tram sul pavé della Parigi-Roubaix. Il 3-0 di un Dybala fresco di ingresso in campo, trasforma il ritorno del 2 marzo a San Siro in un qualcosa ai confini della passerella bianconera. La Juve può già allertare la sua tipografia per la stampa dei biglietti della finalissima di Coppa Italia.

OCCASIONE SFRUTTATA — Juan Cuadrado e Alvaro Morata: i due uomini più attesi (ci perdoni Asamoah, in campo all’ultimo per la febbre di Sturaro e autore di un’ottima partita) sono i migliori della Juve. La partita prende subito una piega bianconera, quando Morata dopo 30” manda in porta Asamoah. Il problema di Mancini, tra i tanti, è il livello dei due terzini D'Ambrosio e Nagatomo: trascurabili in fase di spinta, più che mediocri quando difendono aprendo falle da tutte le parti. Cuadrado è pericoloso per tre volte, prima che Tagliavento sorvoli su un evidente mani di Medel in area nerazzurra sulla punizione del colombiano. Primo errore di una direzione insufficiente. La Juve preme, l’Inter senza Brozovic ha un centrocampo con piedi ruvidi e senza idee. Biabiany e Ljajic ci provano, ma il fatturato è in forte passivo.

NAGATOMO, MA CHE FAI? — Non è un caso che l’azione del rigore nasca sull’asse Morata-Cuadrado, con l’ex viola steso in area da Murillo e Tagliavento che opta per il giallo. Nella circostanza Nagatomo è più fuori posto di un condizionatore d’aria in Siberia, Miranda non stringe facendosi prendere in mezzo e Murillo si muove in ritardo. Allegri fa un po’ lo psicologo: tira Morata che ha bisogno del gol che manca dal 4 ottobre. La palla pesa, ma il pararigori Handanovic è battuto. Il tempo si chiude con l’ultimo errore di Tagliavento: non c’è il giallo che costerà a Miranda la semifinale di ritorno.

SPIETATA — Dopo l’intervallo sarebbe l’Inter a dover fare la partita. La Juve non spende troppo nel pressing, lascia che i nerazzurri manovrino a ritmi bassi. E con variazioni sul tema prossime allo zero. Con la squadra schierata stasera, Allegri sa bene che potrebbe fare molto male ripartendo. E purtroppo per Mancini il piano si concretizza in pieno: prima Morata firma il 2-0 con una gran girata di prima dopo una sponda di… Felipe Melo. Poi è lo straripante Cuadrado a farsi tutto il campo costringendo Murillo al secondo, inevitabile giallo. Morata perdona Handanovic divorandosi un comodo 3-0 da due passi, ma Dybala ha voglia di rendere ancora più memorabile il suo gennaio. E per l’Inter è una disfatta totale.

Fonte: La Gazzetta dello Sport - 2
 
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