[X Factor 11] - Finale - Commenti

Che i Måneskin non avrebbero vinto era assodato - e di questo non sono sorpreso - ma sono comunque spiazzato dalla non vittoria di Nigiotti, ero convinto puntassero su di lui come cavallo vincente (da lì anche il sospetto e repentino cambio di registro di Manuel nei suoi confronti, cosa non avvenuta con Licitra, che ha ricevuto critiche velate anche negli atti finali). Percepivo questo cambio di registro come un qualcosa di montato a tavolino per far credere che Enrico abbia fatto un percorso mozzafiato (dove, poi, me lo spiegheranno...), e ,dunque, come un preambolo per giustificare un suo ipotetico avanzamento nei pronostici. Si stava creando un'aurea particolare intorno a lui, inutile negarlo. Anche le reazioni del pubblico in studio nelle ultime puntate erano particolarmente calorose nei suoi confronti. Insomma, c'erano tutti gli indizi del caso. Forse il mio errore è stato usare anche l'andamento dell'inedito come parametro, nonostante l'anno scorso Roshelle sbaragliò la concorrenza su iTunes e arrivò comunque quarta.

Ciò che mi fa ridere è che, anche nel corso della finale, lo stesso conduttore parla di X Factor come un programma "arrogante in quanto ambizioso", insomma, il solito sermone che afferma che è una macchina figa e alternativa che porta in tv proposte musicali di un certo tipo difficilmente riscontrabili altrove, e poi vince il più classico e nazionalpopolare dei concorrenti. Della serie: "siamo avanguardisti e ricercati ma coroniamo la tradizione". Un'incoerenza non da poco.

Ci sono diverse teorie: si parla di voti pro Nigiotti ceduti a Licitra nella sessione di voto finale, c'è chi sostiene che comunque avrebbe dovuto vincere Mara perché l'hanno fatta emergere come il giudice da idolatrare dell'edizione, c'è chi invece parla di allargamento della sfera dei votanti essendo la finale trasmessa in chiaro. Quest'ultima teoria è interessante perché magari una buona fascia di telespettatori fermatasi alle audizioni chiaramente ha un ricordo fresco di un Licitra stupefacente (rido tanto), e un ricordo sfocato dei Måneskin passati un po' in sordina nelle fasi pre-live. Riprendere da quel punto essendosi persi tutta la "ciccia" dei live, che è l'arrosto vero, porta inequivocabilmente a preferire l'over (roba che perfino la Bellanza se la sarebbe giocata se fosse arrivata in finale).
Poi c'è la solita teoria dei daytime e dei filmati vari pre-esibizione che hanno manipolato quella solida fetta di pubblico che (ancora nel 2017) valuta gli artisti per come emergono a livello umano. E tutto ciò ha fatto emergere i Måneskin come degli arroganti pieni di sé sicuri di avere la vittoria in tasca, superbi in maniera quasi fastidisa, e dall'altra parte il ragazzo acqua e sapone, umanamente dotato, umile e accomodante da far paura, un ragazzo che vien voglia di tifare anche solo perché sembra una gran persona. Un po' come i Soul System e Gio Sada.

Insomma, forse la risultante dell'unione di queste varie componenti (il voler premiare il giudice del popolo + dilazione dei voti di Nigiotti + incidenza del pubblico che non ha seguito X Factor su sky + sfera umana del concorrente con buona pace degli hater della band) ha portato a questo epilogo. Non è difficile immaginare che sia effettivamente andata così.

Beh, sono contento per i Måneskin: c'è chi ha un pubblico di strenui televotanti e chi si ritrova invece un pubblico di fervidi aquirenti di musica. La band possiede sicuramente questa seconda categoria di sostenitori, forse poco puntuali e incisivi a livello di televoto, ma sicuramente più interessati ad ascoltare la loro musica, perché l'EP, il videoclip e il singolo si stanno facendo notare. Non avranno una coppa da poggiare nell'armadio a vetrata di casa, ma si sono creati un ottimo seguito e nella dimensione del live secondo me esploderanno come nessun altro, perché una solida e consistente fetta di estimatori se la sono ritagliati, ora non bisogna disperderla ma restare operativi. Credo sia il punto di partenza più opportuno per chi vuole fare il musicista.

In ogni caso questa vittoria è la risposta alla domanda "Ci meritiamo di essere la patria di Albano?".
Sì, ce lo meritiamo tutto perché non sappiamo andare oltre le belle voci e le ugole potenti.
Non sappiamo andare oltre ciò che è rassicurante e già rodato.
Non sappiamo esplorare e affezionarci ad altri generi, per noi esiste solo il cantautorato (non quello geniale delle realtà underground, mi riferisco a quello nazionalpopolare), il rap privo di spunti dei ragazzetti che non hanno niente da dire, e il pseudopop usa e getta.
Non esiste il rock, non esiste il glam, non esiste l'alternative, non esiste l'elettronica fatta bene, la new wave neanche sappiamo cosa sia. Rifiutiamo tutto ciò che non appartiene al nostro passato, alle nostre radici.
Tutto ciò che intrinsecamente la cultura musicale italiana non ha assorbito è recepito come una minaccia al buon senso comune. Fin quando questo non cambierà, sarà sempre il trionfo della banalità.
E ripeto, vendersi come l'oasi della sperimentazione e della ricerca musicale e far vincere la proposta più sanremese è un controsenso che stento ad accettare.