Cska-Roma 1-1: Totti non basta, Berezutski beffa i giallorossiUn gol del capitano su punizione illude gli uomini di Garcia che nella ripresa mancano il colpo del ko con Nainggolan e Ljajic e si fanno riprendere al 93' da un tiro-cross del difensore russo che inganna De Sanctis. Qualificazione in bilico, decisiva la sfida con il Manchester CityMOSCA – All’ultimo secondo la Roma si fa riprendere dal Cska e si autocondanna a giocarsi la qualificazione agli ottavi di Champions all’ultima giornata all’Olimpico contro il Manchester City. Un pareggio-beffa perché arrivato al 93’ ma ampiamente meritato dalla formazione russa che, nella ripresa, ha attaccato a pieno organico per cercare di recuperare il gol segnato sul finire del primo tempo da Totti e ha messo a lungo alle corde la formazione di Garcia, spesso salvata da interventi provvidenziali dell’intero pacchetto arretrato.
ROMA, CATTIVA GESTIONE DELL'ULTIMO PALLONE - Al di là della condotta di gara nel secondo tempo, dovuta soprattutto alla costante pressione esercitata dagli uomini di Slutski, la Roma può rimproverarsi soprattutto la pessima gestione dell’ultimo pallone. Ha provato ad andare in contropiede con quattro uomini alla ricerca del 2-0, ha perso palla, ha chiuso in maniera tardiva e ha finito per prendere gol in maniera rocambolesca (cross di Berezutski entrato in rete dopo due lisci di Dzagoev e Doumbia).
GARCIA LANCIA FLORENZI TERZINO DESTRO - Privo di Torosidis, oltre che di Maicon, Garcia alla fine ha chiesto a Florenzi il sacrificio di fare il terzino destro. A centrocampo ha reinserito dal 1' Keita tenendo in panchina Pjanic. Infine davanti, accanto ai rientranti Totti e Gervinho ha deciso di dare fiducia a Ljajic, reduce dalla bella prova di bergamo. Sul fronte opposto Slutski ha rilanciato Natcho, recuperato in extremis, ha messo Dzagoev basso al posto di Milanov e ha preferito a sorpresa Cauna a Tosic sull’out di destra.
DOUMBIA SPAVENTA LA ROMA - La Roma ha preso subito il comando delle operazioni ma ha attaccato a bassi ritmi e con poco movimento, consentendo al CSKA di controllarla senza problemi. Capita l’antifona, i russi hanno preso coraggio e, dopo un paio di conclusioni da lontano, hanno fatto correre ulteriori brividi, al di là del gelo di Mosca, sulla schiena dei giocatori giallorossi. Bene è andata al 21’ che Dzagoev non abbia trovato l’impatto col pallone da due passi su un lancio lungo e al 39’ quando Doumbia, venutosi a trovare solo davanti a De Sanctis, non abbia pensato di meglio che calciare addosso a De Sanctis in uscita.
TOTTI, ALTRO STORICO GOL - La Roma si è svegliata e, presa per mano da Florenzi, di gran lunga il migliore dei suoi, è passata al 43’: il centrocampista se ne è andato via in serpentina e si è guadagnato una punizione dal limite che Totti ha trasformato con chirurgica precisione con una gran botta a fil di palo che gli ha consentito di portare a 38 anni e 59 giorni il record assoluto del gol segnato dal giocatore più vecchio in Champions.
NAINGGOLAN FALLISCE IL 2-0 - Nella ripresa la Roma ha avuto con Nainggolan, bravo ad andar via in dribbling al limite, l’occasione per raddoppiare al 60': ma l’ex cagliaritano, solo davanti ad Akinfeev, ha angolato troppo il destro mancando lo specchio della porta. Il Cska, costretto a vincere per avere ancora qualche speranza di andare avanti, ha preso fiducia e ha iniziato a installarsi nella metà campo giallorossa.
ROMA SALVATA DALLA DIFESA - Improvvisamente sono saliti di tono Eremenko e Dzagoev e la Roma ha iniziato a soffrire terribilmente. Florenzi, Manolas, Astori, Holebas e De Rossi sono stati chiamati agli straordinari per chiudere gli inserimenti dei centrocampisti avversari e le puntate di Musa e Doumbia. De Sanctis, paradossalmente, ha avuto poco da fare se si eccettua un destro da fuori di Musa alzato in angolo.
LJAJIC MANCA IL COLPO DEL KO, BEREZUTSKI LA BEFFA - La Roma ha avuto l’ultimo sussulto d’orgoglio al 79’ quando Ljajic in contropiede si è visto respingere di piede da Akinfeev un sinistro in diagonale. Poi, con gli ingressi di Strootman e Pjanic, oltre che di Iturbe al posto di Gervinho, si è arroccata a difesa del fondamentale risultato ma dopo aver stoicamente resistito alla fine è caduta, beffata dal suddetto tiro-cross di Berezutski. E ora, all’ultima giornata, sarà fondamentale almeno non perdere contro il Manchester City per poter sperare di andare avanti.
CSKA MOSCA-ROMA 1-1 (0-1)CSKA Mosca (4-1-4-1): Akinfeev 6.5; Mario Fernandes 6.5, Vasili Berezutski 6.5, Ignashevich 6.5, Schennikov 7; Natcho 6.5; Cauna 5 (19'st Milanov 6), Eremenko 7, Dzagoev 6.5, Musa 6 (36'st Tosic sv); Doumbia 5.5. In panchina: Chepchugov, Nababkin, Chernov, Efremov, Vitinho Allenatore: Slutski.
Roma (4-3-3): De Sanctis 6.5; Florenzi 7, Manolas 7, Astori 7, Cholevas 7; Nainggolan 6.5 (38'st Strootman sv), De Rossi 7, Keita 5.5; Gervinho 5 (32'st Iturbe 5), Totti 7, Ljajic 5.5 (42'st Pjanic sv). In panchina: Skorupski, Cole, Somma, Destro. Allenatore: Garcia.
Arbitro: Brych (Germania) 6.5.
Reti: 43'pt Totti; 48'st V. Berezutski.
Note: serata gelida, terreno in discrete condizioni. Partita giocata a porte chiuse.
Ammoniti: Dzagoev, Vasili Berezutski, Schennikov. Angoli: 5-2 per il CSKA Mosca.
Recupero: 1'; 3'.
Champions, Malmoe-Juventus 0-2: bianconeri a un passo dagli ottaviIn Svezia decidono nella ripresa Llorente e Tevez: tre punti che, vista la contemporanea goleada dell'Atletico Madrid sull'Olympiacos, danno la possibilità alla squadra di Allegri di qualificarsi con un pari contro gli spagnoliMALMOE - Missione compiuta per una Juventus bifronte a Malmoe. Arriva la vittoria sperata e ora per centrare la qualificazione sarà sufficiente conquistare un punto all'ultima gara, quella interna con il qualificato Atletico Madrid. Perché bifronte? Perché nel primo tempo i bianconeri (stasera in divisa verde) ripetono le scialbe prove continentali che hanno reso questo match decisivo e allungato il suo digiuno all'estero; nella ripresa, si rivede la squadra autorevole e dominante come nel nostro campionato.
Primo tempo - C'è il Malmoe che è all'ultima spiaggia ma che dalla sua ha la forza dei nervi distesi e contenti dopo aver vinto lo scudetto. C'è la Juventus che vuole uno scatto perentorio in avanti anche in Europa, dopo le prepotenti ultime giornate di campionato. C'è un campo definito in pessime condizioni che pure non pare determinare scompensi tecnici. Il primo tempo di reciproca attenzione e rispetto, di fase difensiva più curata rispetto all'assalto, non è di quelli indimenticabili. La Juve costruisce due nitide palle gol con un solo unico tema, peraltro sperimentato anche in Italia. Cioè l'inserimento profondo di Marchisio, un taglio diagonale in area che trova in Pirlo e soprattutto in Vidal due rifinitori perfetti. Sul lancio di Pirlo, appena lungo, l'interno tocca con la punta del piede e Olsen non ha difficoltà. Sul tranciante del cileno, invece, con la difesa ferma, Marchisio trova meglio il timing e arriva sul pallone potendo scaricare appieno la sua girata in diagonale. Olsen compie la grande parata, unica, del primo tempo e mette in angolo.
Il Malmoe sta sulle sue e poi lancia per Thelin e Rosenberg che si alternano nelle posizioni di prima e seconda punta. Buffon non deve intervenire neppure quando il capitano svedese danza con eleganza sul pallone prima di invitare al profondo inserimento il cavallo di sinistra, Forsberg. I tempi ci sono, ma il controllo di palla tradisce pressapochismi, Forsberg si allarga da solo e calcia sotto misura sull'esterno della rete. Non c'è granché da registrare nella prima frazione, che ci offre una Juventus non certo migliore di quella timida vista nel primo tempo delle precedenti puntate di Champions, soprattutto fuori casa.
Secondo tempo - Cambia la musica: la Juventus alza il ritmo e gli svedesi vanno in crisi. Quattro minuti con tre occasioni, alla terza Llorente controlla e trova una prateria davanti, 20 metri di corsa, dribbling al portiere, uno a zero. Il Malmoe è alle corde, è ancora la Juventus a menare la danza. La cronaca è un autentico monologo torinese, se proprio si deve trovare un difetto, quello che forse manda in beata Allegri, è che la squadra costruisce occasioni e superiorità numeriche ma non chiude il match. Neppure quando Morata, appena entrato, servito da Tevez centra a porta vuota la traversa (!). Rosenberg sveglia i suoi da un lunghissimo letargo con un tiro che chiama Buffon a una parata importante, in piena distensione sul lato destro. Ma è un fuoco di paglia. Sul capovolgimento, Morata ingaggia un duello con Johansson, falloso per gli svedesi. Proença lascia correre e la Juve si ritrova in superiorità numerica, Pogba fa la cosa migliore di una partita inficiata da qualche leziosismo, e la cosa migliore - nel calcio - è sempre la più semplice. Palla a Tevez e tocco, magari non perfetto, ma vincente: due a zero. Le proteste vibranti portano all'espulsione di Johansson e alle ammonizioni di Rosenberg e Olsen, cioè i due migliori tra i celesti. Ma mai come in questo caso i campioni di Svezia hanno fatto la voce grossa solo in questa circostanza.
MALMOE-JUVENTUS 0-2 (0-0)MALMOE: Olsen 7 - Tinnerholm 5,5 (40' st Rakip sv.), Johansson 5,5, Helander 6, Ricardinho 5,5 - Eriksson 5,5, Halsti 5,5, Adu 6, Forsberg 6,5 - Thelin 5,5 (25' st. Cibicki 5,5), Rosenberg 6,5. All. Hareide
JUVENTUS: Buffon 6 - Lichtsteiner 5,5, Bonucci 5,5, Chiellini 6,5, Padoin 6,5 - Marchisio 7, Pirlo 6,5, Pogba 5,5 - Vidal 5,5 (37' st. Pereyra 5,5)- Llorente 6,5 (27' st Morata 6), Tevez 6,5. All. Allegri
ARBITRO: Proença 5,5 (Por)
RETI: 4' st Llorente; 43' st Tevez
NOTE: ammoniti: Olsen, Rosenberg, Pereyra. Espulso (proteste): Johansson. Recupero 1' e 3'.
Fonte:
La Repubblica -
2