La Fenice

SAPEVATELO: pillole di curiosità, In aggiornamento

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sere-jules
CAT_IMG Posted on 6/11/2013, 23:57     +1   -1




Il 14 marzo è il PI GRECO DAY ed è anche il compleanno di Einstein

Il giorno dedicato al Pi greco è il 14 marzo: la scelta è ispirata dalla grafia anglosassone del numero 3.14, grafia che indica l'approssimazione ai centesimi di pi greco. Inoltre alcuni celebrano la ricorrenza dalle ore 15, in modo di adeguarsi all'approssimazione 3.1415.
 
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CAT_IMG Posted on 7/11/2013, 19:32     +1   -1




Da che altezza si vede che la Terra è rotonda?

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L'altezza minima per percepire la rotondità della Terra è circa 20 km - Foto: © Ocean/Corbis

Osservandolo dalla superficie, il nostro pianeta appare piatto, e per questo gli antichi hanno pensato a lungo che lo fosse realmente. Dipende dal fatto che le dimensioni della Terra sono molto maggiori dell’altezza di una persona. Ma se si sale in altitudine, a un certo punto comincia ad apparire la “curvatura” terrestre. A tale riguardo i pareri sono leggermente discordi, ma in linea di massima si valuta che l’altezza minima per accorgersi di questa caratteristica della Terra sia di circa 20 km.

Aerei da caccia
Si tratta quindi di una quota sensibilmente maggiore di quella di un aereo di linea (10-11 km) ma paragonabile all’altezza alla quale volava il Concorde (17-18 km). È anche la quota alla quale arrivano diversi aerei militari da caccia, come alcuni modelli di Mig.

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 12/11/2013, 10:54     +1   -1




Esistono mammiferi di colore verde?

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Nella pelle e nel pelo dei mammiferi, umani compresi, tutti i pigmenti (le sostanze che danno il colore) sono melanici, hanno cioè tinte che vanno dal biondo al marrone chiaro al bruno, fino al nero. Il bradipo ha qualche porzione di pelo verde, ma il colore deriva dalle alghe che si annidano nel suo pelame. Alcune scimmie africane e un piccolo marsupiale australiano – Pseudocheirus archeri – appaiono verdastri, ma si tratta di un verde oliva, una sfumatura di marrone.

Evoluzione
Ciò dipende dal fatto che i mammiferi si sono evoluti, milioni di anni fa, da piccoli animali notturni. Per queste creature i colori non erano importanti, né da possedere né da vedere. In seguito, il verde acceso – che nei rettili e negli uccelli è dato da varie combinazioni di pigmenti gialli e da strutture delle penne e della pelle che producono l’azzurro – non è mai stato selezionato e i mammiferi hanno assunto colorazioni beige, marroni, nere, ma anche sgargianti, come il rosso acceso della scimmia leonina brasiliana. Anche il colore dei capelli nell’uomo dipende dalle melanine.

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 14/11/2013, 19:32     +1   -1




Gli uccelli seguono la scala musicale?

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ì. La domanda però dovrebbe essere: «Le scale musicali seguono i canti degli uccelli?». Una delle teorie più diffuse sulla nascita della musica, infatti, prevede che le prime forme di melodia siano imitazioni del canto degli uccelli.

Note
È stato comunque dimostrato come le note di canti e richiami corrispondano a quelle utilizzate dall’uomo nel comporre la musica. Nel 2005, il fi losofo e musicologo David Rothenberg propose nel suo libro «Perché gli uccelli cantano» la teoria secondo la quale gli uccelli “vocalizzano” non singole note, ma intere scale utilizzate anche dall’uomo nella composizione di brani musicali. Per esempio, il tordo eremita (Catharus guttatus) canta seguendo la scala pentatonica, mentre il tordo boschereccio (Hylocichla mustelina) utilizza quella diatonica.

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 16/11/2013, 15:31     +1   -1




L’ambiente esterno influisce sui sapori?

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Moltissimo. Infatti i sapori dipendono per circa il 20% dai recettori gustativi, presenti sulla lingua, e per quasi l’80% da quelli olfattivi del naso. Alcuni esperimenti hanno persino dimostrato che se viene data da bere acqua calda a persone bendate che sentono un forte odore di un caffè appena fatto, queste si convincono di aver sorseggiato un caffè.

Anche l’occhio vuole la sua parte
In misura minore, il senso del gusto è influenzato anche dagli occhi (che giudicano l’aspetto del cibo e il modo di preparazione), dall’udito (che può percepire lo scoppiettio della cottura o lo scrocchiare sotto i denti) e dal tatto (la sensazione su mani e labbra, oppure la consistenza di un cibo in bocca). Secondo gli psicologi, sul gradimento di un cibo influiscono persino l’illuminazione, la compagnia e... la qualità dei tovaglioli.

Fonte: Focus
 
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sere-jules
CAT_IMG Posted on 21/11/2013, 21:44     +1   -1




Il miele: chi lo fa, come si fa, come sceglierlo

Le api ce lo regalano così com'è da migliaia di anni, ma anche per il miele sono tempi duri, tra crisi economica, insetti killer e cambiamenti climatici. Ecco come nasce, come finisce in barattolo e come scegliere il migliore.

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Aprite il vasetto, affondate il cucchiaino e chiudete gli occhi: la prelibatezza zuccherina e dorata che le api hanno creato per voi è ora a portata di palato.

Quella con il miele è una delle esperienze gustative più autentiche che vi possano capitare: la natura ce lo regala così com'è, a noi non resta che raccoglierlo e distribuirlo.

Se poi il miele in questione è italiano, è anche un fiore all'occhiello delle nostre campagne, risultato del paziente lavoro degli apicoltori in un territorio che vanta varietà e ricchezze uniche al mondo. Un settore frammentato ma vitale della nostra economia.

Troppo caldo, e i fiori cambiano ritmo. Anche per il miele, però, sono tempi duri: crisi economica e crisi dell'agricoltura; competizione con nuove specie arrivate seguendo le strade dell'immigrazione; inquinamento... E i cambiamenti climatici, che a molti sembrano un argomento di discussione lontano e che invece già oggi incidono in modo visibile sul calendario delle fioriture delle piante che le api devono impollinare e che in cambio di questo lavoro vitale per la Terra danno agli insetti ciò che serve per sostenere l'alveare: il miele.

Perché un fiore che un tempo sbocciava, puntuale, sempre nello stesso momento dell'anno, oggi può fiorire in anticipo sulla stagione primaverile o in ritardo su quella estiva, oppure non fiorire affatto. Oppure cambiano le quote a cui le piante crescono: un fiore che 10 anni fa cresceva a 500 metri di altitudine, già oggi si trova più lontano. Più in alto o più in basso, ma comunque sia le api dovranno rincorrerlo.

Le domande sotto al coperchio

Dentro a un barattolo di miele acquistato al supermercato o direttamente da un apicoltore c'è quindi una storia complessa, legata anche alla salute del nostro pianeta.

Come si produce? Quali caratteristiche deve avere un miele di buona qualità? Perché alcuni mieli costano di più e altri di meno? Seguiteci alla scoperta di uno degli alimenti più antichi e apprezzati del mondo e che vanta, solo in Italia, un consumo annuo di 20 mila tonnellate.

fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 27/11/2013, 12:55     +1   -1




Il segreto del volo silenzioso dei gufi

Dai battiti d'ali dei rapaci più misteriosi e furtivi nuove soluzioni per aerei, turbine e sommergibili anti-rumore.


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Fanno di tutto per sfrecciare inosservati sopra alle nostre teste, eppure il loro volo sta destando molta curiosità tra gli studiosi di aerodinamica. Un team internazionali di scienziati ha analizzato a lungo le caratteristiche delle ali dei gufi, per capire come facciano a librarsi nell'aria senza praticamente far rumore.

Tre peculiarità uniche

Il gruppo di ricerca guidato da Justin Jaworski, aiuto professore del Dipartimento di Ingegneria Meccanica dell'Università di Lehigh (Pennsylvania, USA) ha osservato al microscopio una collezione di penne di gufi canadesi per elaborare un modello teorico del funzionamento delle ali di questi rapaci.

Sarebbero tre le caratteristiche alla base dei voli furtivi e silenziosi dei pennuti: una fila di penne più rigide disposte a pettine sul bordo superiore dell'ala; una frangia di piume più flessibili sul bordo inferiore e un piumaggio morbido e lanuginoso che copre la parte alta dell'ala.

Un morbido insonorizzatore

I ricercatori hanno cercato di capire quale di questi gruppi di penne contribuisca ad attenuare il rumore del volo: in particolare si sono concentrati sul piumaggio del bordo inferiore, quello che solitamente "taglia" l'aria ed è tipicamente responsabile dell'effetto sonoro.

Parte della silenziosità dei gufi è dovuta alla flessibilità di questa striscia di piume disposte a frangia, che "spezzano" le onde sonore generate dal passaggio nell'aria. Ma è un altro strato - quello più morbido e vellutato - a fare la differenza.

Il materiale lanuginoso nella parte alta dell'ala ha fibre perpendicolari alla superficie e finemente intrecciate tra loro che ricordano quelle di un soffice tappeto, che fa da "cuscinetto" assorbi rumore tra l'ala e l'aria.

Applicazioni biomimetiche

La scoperta potrebbe servire a progettare nuovi rivestimenti isolanti per insonorizzare le ali degli aerei o le pale delle turbine eoliche, o per rendere meno rumorosi i natanti usati in ambito militare.

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 29/11/2013, 15:54     +1   -1




Quali sono i superalcolici più potenti?

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Per essere definita superalcolico, una bevanda deve avere una quantità di alcol etilico superiore al 21% in volume per effetto della fermentazione degli zuccheri.

Si distinguono in:
acquaviti o distillati (distillazione di mosti fermentati di vino, vinacce, frutta, bacche, cereali e piante);
liquori (infusione, macerazione o miscelazione di alcol etilico con altri ingredienti) e
creme (ottenute da liquori con elevato contenuto zuccherino).

Il top
Per gradazione alcolica o titolo alcolometrico si intende la misura del contenuto di etanolo in una bevanda alcolica.
Si esprime con il simbolo “% vol”, preceduto dal numero corrispondente.

I superalcolici più forti sono l’assenzio (65% - 80% ma anche fino a 90%), il centerbe (70%) e la grappa (che va da 37% a 60%, ma può arrivare anche a 95% nel caso sia la prima distillata).

L’assenzio non è sempre stato legale: in Italia durante il fascismo ne era stata vietata la vendita, poi definitivamente legalizzata nel 1992.

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 1/12/2013, 14:19     +1   -1




Quanti atomi ci sono in un uomo?

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In una persona che pesa 70 kg ci sono circa 71027 atomi, vale a dire 7 seguito da 27 zeri, ovvero:




7.000.000.000.000.000.000.000.000.000 atomi. O, ancora, 7 miliardi di miliardi di miliardi di atomi. Il 99% sono atomi di idrogeno, ossigeno, carbonio e azoto, i principali costituenti delle molecole biologiche.

Di che cosa siamo fatti
In particolare, ci sono: 4,221027 atomi di idrogeno, 1,611027 atomi di ossigeno, 8,031026 atomi di carbonio e 3,91025 atomi di azoto. Fra gli altri elementi, i più abbondanti sono calcio, potassio, zolfo, sodio e cloro.

La varietà di atomi che compongono il nostro organismo è però vastissima: gli elementi chimici presenti nel corpo umano sono in tutto 41 e fra questi ci sono persino il cobalto, il mercurio, l’arsenico e l’uranio.

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 7/12/2013, 11:26     +1   -1




Quanto è dura la pelle degli squali?

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Molto, perché a differenza di quella degli altri pesci non è costituita da scaglie elastiche ma da piccoli dentelli dermici fatti di dentina e ricoperti di smalto. Lo smalto, lo stesso che ricopre la maggior parte dei denti dei vertebrati, è un tessuto composto da idrossiapatite, un minerale duro e resistente. Nella scala di Mohs, quella che misura da 1 a 10 la durezza, questo minerale ha valore 5.

Grazie ai dentelli cutanei, grandi da 0,1 a 1 millimetro, la pelle degli squali oltre che essere dura e resistente è anche ruvida come carta abrasiva; gli ebanisti e i liutai la usano per levigare il legno.

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 12/12/2013, 10:50     +1   -1




Gli animali feroci uccidono individui della loro specie?

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In generale l’aggressività non arriva mai alla soppressione dell’altro individuo: episodi di lotta tra i lupi hanno dimostrato che alla fine il perdente offre simbolicamente il collo all’aggressore, ma non viene ucciso. Anche se raramente i combattenti hanno lo stesso grado di forza o la stessa abilità. I conflitti normalmente insorgono quando due individui sono in competizione per la stessa risorsa.

Ordine sociale
Inoltre devono essere presi in considerazione anche elementi relativi alla gerarchia, che può essere di gruppo o di famiglia, o individuale. A volte gli episodi di aggressività si limitano solo ad alcuni eventi specifici: per esempio si lotta per il cibo, ma mai per il nido.

Secondo alcuni studiosi, l’aggressività è utile per mantenere l’ordine sociale all’interno della specie.

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 17/12/2013, 10:15     +1   -1




Perché gli odori non sono uguali per tutti

Sentite una puzza che gli altri non riescono ad avvertire? È perfettamente normale: quasi due terzi dei recettori olfattivi differiscono da una persona all'altra.

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L'odore del tartufo: per alcuni intenditori un profumo paradisiaco, per altri una puzza insostenibile

Chiunque abbia mai regalato un profumo alla partner lo sa: la percezione degli odori è altamente soggettiva, e ciò che a noi sembra profumatissimo potrebbe far storcere il naso a un'altra persona. Ora questo fenomeno ha una spiegazione scientifica: il 30% dei recettori olfattivi umani differisce tra un individuo e l'altro, come dimostra una ricerca pubblicata su Nature Neuroscience.

La differenza si annusa
l naso dell'uomo contiene circa 400 diversi recettori olfattivi, che collaborano per captare l'intero bouquet di odori che ci circonda.

«Il pattern di attivazione di queste centinaia di recettori codifica sia l'intensità, sia la qualità di un odore» spiega Joel Mainland, biologo molecolare del Monell Chemical Senses Centre di Philadelphia e principale autore della ricerca. «Ci dice, per esempio, se quello che stiamo percependo è un odore che sa di fumo o di vaniglia».

Questo lavoro di codifica avviene continuamente, decine, centinaia di volte durante il giorno, per decifrare le fragranze e le puzze intorno a noi. Basta cambiare un singolo recettore perché per alcune persone un particolare steroide profumi di legno di sandalo, e per altre odori di pipì.

C'è naso... e naso

Come se non bastasse, ciascuno di questi recettori (di fatto, proteine) può essere formato da sequenze di aminoacidi lievemente diverse che danno origini a miriadi di varianti dello stesso "bottone" olfattivo. Praticamente - hanno scoperto gli scienziati - ciascuno di noi ha un'unica combinazione di recettori olfattivi, diversa da quella degli altri.

Per arrivare a queste conclusioni i ricercatori hanno clonato 511 varianti di recettori olfattivi umani che hanno inserito in cellule ospiti, facilmente coltivabili in laboratorio. Quindi hanno misurato come ogni variante rispondesse a 73 diverse molecole olfattive, trovando 28 recettori che rispondevano ad almeno uno degli odori proposti.

Scavando sempre più in profondità, i biologi hanno analizzato il DNA di 16 geni dei recettori a disposizione, scoprendo anche qui una notevole variabilità. Tutti questi dati sono serviti ad elaborare complessi modelli matematici da cui emerge che 140 dei 400 recettori olfattivi umani (il 30% circa) differiscono tra un individuo e l'altro.

Missione ambiziosa

«Il nostro obiettivo a lungo termine è cercare di capire come i ricettori codificano le molecole olfattive, abbastanza bene da poter creare ogni odore che vogliamo manipolando direttamente i recettori» aggiunge Mainland «in pratica, questo ci permetterebbe di digitalizzare l'olfatto».

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 28/12/2013, 14:43     +1   -1




Perché i lupi ululano?

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Si sa da tempo che il lupo vocalizza per avvertire il branco di un pericolo, o per chiamarlo a raccolta o per non perdere di vista i compagni. I lupi, però, ululano anche quando il partner si allontana. Al Wolf Science Center austriaco una volta al giorno ogni esemplare viene portato in giro al guinzaglio; ciò ha consentito agli scienziati di mettere in relazione la forza dell’ululato con la produzione di ormoni da stress nell’animale.

Il risultato? Nessun legame: gli ululati più prolungati sono invece un modo per mantenere il contatto con il partner anche a grande distanza. Le vocalizzazioni più intense si possono sentire anche quando ad allontanarsi è un membro del branco di alto rango: non solo romanticismo, dunque, ma anche rispetto delle gerarchie.

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 6/1/2014, 12:29     +1   -1




È vero che i galli cantano all’alba?

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Il loro canto non è una risposta al sorgere del sole. Una ricerca dell’Università di Nagoya, in Giappone, ha registrato le emissioni di alcuni galli esposti per 14 giorni a luce artificiale: gli animali cantavano comunque ogni 23,8 ore. Quando alla luce era alternato il buio, come in natura, emettevano un canto anticipatorio (si manifesta anche nella specie selvatica) circa due ore prima della luce, per cantare però ancora appena dopo il suo arrivo. Ciò fa pensare che il canto sia regolato più da ritmi biologici interni, che dagli stimoli ambientali.

Fonte: Focus
 
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CAT_IMG Posted on 13/1/2014, 10:48     +1   -1




Perché il cavalluccio marino ha quella strana testa?

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Un cavalluccio marino fotografato a Maiorca, in Spagna, nel 2006.
Fotografia di Visuals Unlimited / Corbis


"Quando sei un copepode, praticamente tutti nell'oceano vogliono mangiarti", dice Brad Gemmell dell'Università del Texas, eppure quasi solo il cavalluccio marino ci riesce, grazie alla sua testa.

In che senso? Nonostante la testa di questi animali sembri molto ingombrante, essi sfruttano per nutrirsi un metodo chiamato "a pivot" o " a pipetta, caratteristico della famiglia dei Syngnatidi (che include cavallucci marini, pesci pipa e draghi marini) e che permette loro di catturare anche le prede più difficili.

Come spiega Gemmell nello studio pubblicato sulla rivista Nature Communications, il muso del cavalluccio marino è allungato e rotondeggiante sulla cima, ma ha dimensioni molto ridotte e i suoi spostamenti creano meno rumore nell'acqua rispetto a quelli di altre specie. Dopo aver osservato questi animali grazie a tecniche digitali ad alta velocità in un ambiente naturale e poi in uno controllato, il team di Gemmell ha capito che il segreto sta proprio nella testa, che gli permette di arrivare silenziosamente fino a un millimetro di distanza ai copepodi. Dopo l'avvicinamento, i cavallucci marini li risucchiano con la bocca, spesso non molto più grande della preda stessa, oppure la protrudono coprendo la distanza in circa un millisecondo: nemmeno il più rapido copepode può competere con questi ritmi, data la sua velocità di fuga di "appena" due o tre millisecondi.

Secondo l'autore sono i tendini stessi dei muscoli situati lungo le vertebre del cavalluccio marino ad accumulare energia in maniera molto efficace, in modo da accelerare i movimenti della testa in condizioni ambientali non turbolente. In acque molto mosse, commenta Gemmell, questi animali verrebbero infatti messi alla prova e probabilmente superati da altre specie.

Fonte: National Geographic
 
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